A volte la scoperta di territori vinicoli di grande pregio viene dalla combinazione di due caratteristiche agli antipodi è questo il caso dell’Etna, chiamata anche la “Borgogna del Mediterraneo”, sulle pendici del vulcano infatti si registrano escursioni termiche d’estate fino a 30 gradi, con differenze microclimatiche estreme da una parcella all’altra, per giunta i terreni dedicabili alla vite variano dai 400 ai 1000 metri s.l.m.La presenza di appezzamenti molto diversi l’uno dall’altro ha quindi consentito il frazionamento in cru, sull’Etna chiamate Contrade, per identificare una particolare sottozona, come avviene nelle aree viticole più rinomate come la Borgogna, la Mosella e le Langhe.Uno dei primi a notare le infinite potenzialità di questa fascia collinare, fu l’esperto Marco De Grazia che acquisì alcune vigne nelle Contrade più vocate dell’Etna, come Calderara, Santo Spirito e Guardiola e diventò in breve tempo, uno dei principali promotori dei caratteristici e strepitosi vini della zona.La tenuta segue i principi dell’agricoltura biologica e si estende per 45 ettari, di cui 38 di essi hanno un’età compresa tra i 50 e i 100 anni, lungo il versante nord del vulcano. Infine, in poco meno di 1 ettaro sono ancora presenti viti a piede franco, cioè che hanno resistito all’infezione della fillossera di fine 800′.
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