Enoteca Galvani

La storia della Pietra del Focolare è profondamente legata al suo territorio. Siamo nei Colli di Luni, ultimo lembo della Liguria, poco prima che il suo paesaggio si fonda armoniosamente in quello della vicinissima Toscana, disegnando una sua distintiva architettura naturale di piccoli rilievi e ripiani baciati dal sole. È una storia che ha origine nella mezzadria ottocentesca dei bisnonni Angelini. È una storia di vita, dedizione e gratitudine verso il lavoro manuale della terra, che si intreccia con lo scorrere delle stagioni e che si tramanda nel tempo, come parte del vivere quotidiano, al nonno Rino e a sua moglie Giovanna, sino alle nuove generazioni.Si parte da una piccola Cantina, in origine una vecchia sala da ballo, allestita con botti di castagno e gestita dallo Zio Cambrà – cantiniere d’eccezione – nella quale confluivano le uve di tre Poderi di Luni, quello del Becco, della Bandiella e del Gaggio.Il forte “richiamo” verso uno stile di vita semplice e puro unito alla passione per la viticoltura, si trasmettono come una naturale eredità a Laura e Stefano, che lo trasformano in un vero e proprio mestiere.Alla fine degli anni 90’, Laura e Stefano sostituiscono parte delle botti di castagno con tini di acciaio, e creano una nuova realtà vitivinicola dedicata alla produzione di 1.000 bottiglie di Vermentino. Nasce Solarancio, in onore del grande sole arancione – simbolo dell’Azienda, ed oggi delle sue sette etichette – che scende lento al tramonto sul mare dalle colline di Sarticola.Oggi, Laura insieme al marito Stefano ed alla figlia Linda – lavorando insieme ed a tempo pieno – sono riusciti a trasformare il loro sogno in una piccola Azienda d’eccellenza nella viticoltura italiana.“Sono tredici, i fazzoletti di terra che compongono tutta la biodiversità dei vigneti de La Pietra del Focolare. Di poco distanti tra loro, se riuniti tutti insieme formano un piccolo ma prezioso mosaico di sette ettari, creando un’opera di naturale bellezza e complessità.Alcuni permettono il passaggio del trattore tra i loro filari, altri più fitti consentono solo il passaggio dell’uomo. Tutti ci aspettano con un loro particolare respiro, sempre calmi all’alba o più stanchi nel tardo pomeriggio, accarezzati dalla brezza marina e adagiati sulla collina bella e severa…”

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